Muovere i primi passi sul web

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La presenza digitale è ormai una necessità per ogni business, sia esso appena nato o in attività da anni. Se ancora non sei online, ecco come muovere i primi passi da muovere per costruire la presenza sul web.

NAMING E LOGO

Il primo passo è quello di avere un logo efficace. (Questo paragrafo è dedicato in particolar modo a chi si appresta ad avviare una nuova attività)

Tutto ha inizio col nome del brand, come sceglierlo?

  • Deve essere accattivante e richiamare l’attenzione…
  • …ma anche facile da capire e memorizzare anche se non lo si ha mai sentito prima…
  • …e tenere in considerazione il mercato in cui ci si propone, dando possibilmente un’idea della propria proposta

L’unico limite in questo caso è la fantasia, ma ricorda di non usare mai il tuo nome e cognome per rappresentare il tuo brand: non è professionale e si rischia di non essere presi sul serio. L’unica eccezione può essere rappresentata da liberi professionisti che lavorano da soli, ad esempio Avv. Marta Bianchi.

Deciso il nome è importante che questo sia associato ad un’immagine. Il nostro cervello memorizza più facilmente le immagini rispetto ai nomi.

Sembrerà banale, ma in questo caso il consiglio migliore è quello di rivolgersi a un professionista. Il concept di base lo stabilirete insieme, ma lascia che la realizzazione finale sia fatta da chi è del mestiere. Arriverai  sicuramente ad un’immagine che ti rappresenta appieno e avrà un aspetto professionale e curato, niente improvvisazioni fatte dall’amico.

GRAFICA COORDINATA

Parlando di comunicazione visiva, ogni brand deve coordinare tutti gli elementi sui diversi canali in maniera tale da risultare sempre riconoscibile e coerente.

Facciamo un esempio negativo così da capirci al volo. Un logo basato sul rosso e sul grigio, un sito prevalentemente verde e caratterizzato da forme circolari e dei social con grafiche gialle squadrate. Ovviamente stiamo esagerando, ma non è difficile immaginare il disorientamento provocato da questa impostazione. Trovando lo stesso “tema” su tutti i canali il visitatore dirà con tranquillità “È lui”.

IL SITO

Sfatiamo un luogo comune: si, nel 2020 il sito serve ancora, forse ancor più che in passato.

A causa dell’estrema eterogeneità del web, un sito può essere strutturato e assolvere molti compiti diversi.

Nel più semplice dei casi, si può sviluppare su una sola pagina e contenere le informazioni e i contatti principali del brand. Ad esempio un ristorante che vuole fornire il numero di telefono per le prenotazioni, mostrare gli orari di apertura e magari avere una versione del menù consultabile online.

Ma il sito può essere molto di più! Lo stesso ristorante potrebbe includere una sezione sulla storia della famiglia che lo gestisce, approfondire la provenienza degli ingredienti, parlare dei vini che vengono accostati alle portate e così via. In questo caso la navigazione sarà un’esperienza molto più profonda e permetterà ai visitatori di interessarsi e affezionarsi maggiormente al brand, comprendendone l’etica e il carattere.

Come estremizzazione dell’importanza del sito troviamo ovviamente l’e-commerce. In questo caso infatti il sito diventerà l’epicentro dell’attività e andrà trattato con la massima cura possibile.

I SOCIAL

Ormai i social network rappresentano la fetta più grande della navigazione sul web (nel 2019 in Italia su un totale di 55 milioni di accessi a internet, 35 milioni sono utenti sui social).

Sembra un calderone enorme dal quale pescare nuovi clienti ma, senza una strategia e una visione d’insieme (sia online che offline) la presenza sui social network non è sufficiente a garantire il successo di un brand. Inoltre non è detto che tutti i social siano appropriati per tutti i brand: in base alla tua attività potresti avere dei social fondamentali e altri totalmente trascurabili.

Le parole d’ordine per la comunicazione sui social sono coerenza e credibilità. Ecco due esempi di errori molto comuni a riguardo:

Se il sito di un brand è impostato con un linguaggio formale ed elegante, sui social potrà sicuramente usare un lessico più rilassato ma risulterebbe incoerente se avesse dei post scritti in maiuscolo, pieni di emoji di esplosioni. Ad ogni piattaforma il proprio linguaggio, ma ricorda che il brand è uno, così come una dev’essere la sua voce.

Mi è capitato poi di visitare pagine di attività gestite in maniera molto curata, con grande attenzione al concetto di sicurezza, serietà e affidabilità. Peccato che poi andando sui profili personali di chi gestiva queste attività (lo stesso dicasi per collaboratori o dipendenti) mi sono trovato di fronte a un mix di complottismi, fake news, lamentele, una grammatica che fa rimpiangere la seconda elementare, vignette di dubbio gusto e via dicendo.

Risultato? La perdita totale di credibilità nei confronti del brand. Scoprire che la/e persona/e che ci sono dietro non sono coerenti con quello che il brand propone mi ha deluso, inoltre mi sono sentito preso in giro e sarà molto difficile che, come cliente, mi riavvicini a loro in futuro.

I CONTENUTI

In tutti i diversi canali sopra elencati, dobbiamo avere dei contenuti.

Spesso si fa l’errore di pensare che contenuto sia sinonimo di foto, video e post e si legge nelle guide online che è meglio pubblicarne il più possibile. Quindi basta fare tante foto, tanti video e pubblicare in continuo. Giusto? No.

Il concetto di contenuto deve prescindere dal media su cui poi viene realizzato (il contenitore) e concentrarsi sulla sua essenza: comunicare, istruire o intrattenere. Deve esserci quindi molta attenzione sul perché pubblichiamo qualcosa e in che modo questa pubblicazione permetterà al nostro brand di raggiungere il nostro scopo. A questo servono le strategie di comunicazione e ci sono professionisti e studi che si occupano proprio di questo che possono studiare dei veri e propri piani editoriali per raggiungere diversi obbiettivi.

Per mettere in pratica le strategie già uno smartphone e tanta creatività (TikTok, mai sentito parlarne?) sono sufficienti, ma lo standard qualitativo sulla rete è ormai talmente alto che non posso che consigliarti di contattare un professionista per curare la produzione dei contenuti principali.

Serve spendere tantissimo e affidare tutto all’esterno? Fortunatamente no. In molti casi le attività che si affidano a dei consulenti realizzano buona parte del materiale in autonomia, ma la supervisione e alcuni accorgimenti garantiscono risultati di buon livello.

E se non c’è niente da dire? Non scrivere dei post a caso! È meglio aspettare e avere qualcosa di cui parlare o darsi da fare per trovare nuove idee, stimoli e iniziative, partendo dal mondo reale!

I FALSI MITI: LE “SPONSORIZZATE”

Non fraintendermi: pagare per ottenere uno spazio pubblicitario su un social network o sulle ricerche di Google è assolutamente normale. Soprattutto all’inizio far sapere di esserci è fondamentale e pagare per ottenere visibilità è un ottimo sistema per creare un proprio pubblico. È quindi naturale cercare qualcuno che si occupi della sponsorizzazione dei nostri contenuti.

Esistono però molti “professionisti” che vendono servizi di gestione di campagne pubblicitarie che come indice di prestazione hanno solo “quante persone hanno visto la pubblicità”.

Ricorda: non importa il numero di persone che vedono il tuo annuncio, contano le conversioni (per dirla in termini semplici: il numero di persone che poi effettivamente acquistano e si fidelizzano grazie a quella campagna).

Certo, può intimorire vedere che la propria pagina social ha pochi like e che il sito ha poche viste, ma dipende tutto da cosa fai e su che scala lo fai.

Una multinazionale di abbigliamento sportivo avrà bisogno di un’audience di milioni di persone per competere con la concorrenza, un negozio di gastronomia locale può invece dire di coprire la maggior parte del pubblico potenzialmente interessato già con qualche centinaio di like. Lo stesso dicasi per le strategie e i tipi di contenuti: un contenuto adeguato a un pubblico molto ampio può, per sua natura, non essere adeguato ad una nicchia.

Meglio pochi… Ma buoni!

Investi del tempo nel capire chi è il tuo pubblico: in questo modo riuscirai a raggiungerlo in maniera molto più efficace e ottimizzerai gli investimenti.

Spero che questo articolo ti sia stato utile, ti ricordo che come Oround possiamo aiutarti a muovere i primi passi. Contattaci se ne hai bisogno!

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Marco